Una catastrofe naturale ha degli effetti sulla psicologia umana, sia in rapporto alle singole esperienze sia nell’immaginario collettivo, che lasciano segni quasi sempre indelebili. Se poi la catastrofe, il “cambiamento di scena” (come indica il termine stesso) si presenta sotto forma di scossa sismica, l’effetto è ancora più devastante, vista la caratteristica di imprevedibilità e il panico che la accompagnano…
…Nel giudizio dell’attore-autore, il terremoto è stato oggetto di una rimozione nazionale, forse per il senso di colpa legato al cattivo utilizzo dei fondi pubblici o magari perché, aggiungo io, per gli abitanti delle zone colpite rappresenta una delusione di quella speranza di sviluppo, di uscita dalla subalternità, di fine del destino di emigrazione. Di sicuro riflessioni come questa, nonostante gli anni trascorsi da quell’evento inizino ad essere tanti, sono molto importanti per stimolare una necessaria operazione culturale che nelle zone terremotate coltivi e preservi la memoria o le memorie di quell’evento e di tutte le dinamiche che nel corso degli anni da quell’evento sono scaturite.
dalla prefazione di
Stefano Ventura