In copertina fotografia di Attilia Franchi
Si può cadere in una condizione di disagio nel momento più inaspettato della vita e quando meno ce lo si aspetta. Le ragioni per le quali si può finire in mezzo ad una strada, a fare il vagabondo, il clochard, il “barbone” o la persona senza fissa dimora che dir si voglia, possono essere innumerevoli e seguono le molteplici traiettorie della personale esperienza. Ogni essere umano ha un proprio percorso, un travaglio, un cammino che si possono spiegare facilmente o ripercorrendo le tortuose vie d’un viaggio inestricabile: è difficile sondare e valutare le motivazioni che spingono a determinate scelte così “dure” e faticose, sovente, primo passo per un viaggio senza ritorno…
…La rappresentazione della vita di queste persone, magicamente resa da Piergiorgio Bortolotti, si alimenta d’una sostanza poetica, dolorosamente legata alla constatazione che il cammino dell’Uomo è faticoso ma può offrire spiragli di speranza capaci di illuminare la notte più buia e scaldare il cuore nel giorno più freddo: le parole di Piergiorgio Bortolotti sono penetranti anche nella semplice raffigurazione, nella labile percezione, nella descrizione d’un dettaglio e il suo sguardo, sempre attento ed acuto, coglie lame di luce sui volti e sulle esistenze dei suoi personaggi, semplici vagabondi in questa peregrinazione terrena…
dalla prefazione di Massimo Barile