III Edizione ampliata
In copertina: «Albenga, le torri» di Giuseppe Ferrando
Evidentemente Vincenzo Bolia spreme e distilla da una plenitudine affettiva e ben consapevole, densa di intimità ma non per questo meno generosa, la ragione della scrittura: dovrebbe essere sempre questa, infatti, l’ellissi ispirativa interiore che accompagna e sostiene la coscienza – e la produzione – di ogni poeta, poiché proprio da cị scaturisce il senso della sacrosanta e irrinunciabile necessità di ripercorrersi, ripensarsi, riproporsi, di tornare sul già scritto ampliandone le valenze e precisandone le collocazioni emozionali e ambientali; e per Bolia è fondamentale che esse siano anche e imprescindibilmente linguistiche, siano legate alla temperie culturale di una terra e alla presenza fonica che in quella temperie circola e vibra, siano testimonianza d’aria, di acque e di pietra – e insieme calda vita immune da tramonto o decadenza…
dalla prefazione di Rodolfo Tommasi