La più grande esplosione di sempre, un grande “Bang”: tic-tac, le lancette cominciano a girare. O giravano già? Il tempo è incominciato (o c’era già da tempo?) Non è tempo di pensare a questo, non c’è tempo di parlarne, non c’è tempo di far niente: il viaggio è ormai iniziato.
C’è il mio tempo e il tuo tempo: c’è un tempo per nascere, per vivere e per morire, un tempo passato, presente e futuro. Il passato è ormai noto, il presente a volte incerto, il futuro sconosciuto. Il tempo che passa diventa la storia, dell’uomo, una storia, di un uomo e di una donna. Il tempo è veloce se felice, lento se penoso. Il tempo di amare e di odiare, di pregare e di perdonare, di creare e di uccidere, di volere e di negare, di esplorare e di conoscere, di correre, di fermarsi e di riposare. Che fare del tempo? Affrettarsi a vivere bene, come scrive Seneca, pensando che ogni giorno è in se stesso una vita o imparare a sognare, fermando il tempo, per cercare di rendere eterno ciò che invece rapidamente e di continuo sfugge tra le mani? Non perdere tempo, vai a tempo e sincronizzati con le persone, con la natura, con Dio e con l’universo intero: così, forse, spenderai bene il tuo tempo. Forse…
La foto di un viaggio fissa un istante e, per pochi secondi, un momento diventa eterno: il tempo si arresta, il sogno si avvera. Un orologio segna il giorno, finalmente fermo su di un’ora, due mani si avvinghiano strette, per vivere e per tenere, per sempre, quell’attimo di emozione e di gioia e per resistere a quello scorrere, che tutto porta via, inesorabile, come la corrente del mare.
Sogno finito, tempo scaduto. Tic-tac.
Roberto Zabberoni