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Hybris (prima parte)

Luigi Cancemi

 
 
Titolo:Hybris (prima parte)
Autore:Luigi Cancemi
Anno:2016
Collana:Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
Dimensioni:14x20,5
Pagine:152
Prezzo:Euro 13,00
ISBN:9788865876701
 
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Descrizione: 

Hybris è una parola dell’antico greco che indica arroganza, eccesso, delirio di onnipotenza. Secondo gli antichi greci il peccato di hybris era uno di quelli più pericolosi, perché attirava l’invidia, l’ira e la punizione degli Dei: gli uomini che dimenticavano i loro limiti, tracimavano nella tracotanza e nella superbia, e cercavano di ribellarsi all’ordine naturale delle cose, sarebbero stati immancabilmente puniti e avrebbero patito grosse sofferenze. Questa concezione era alla base, per esempio, delle tragedie greche.
Al giorno d’oggi si tratta di un concetto ormai sorpassato, materia per storici ed archeologi della cultura, o è invece una legge imperitura, che gli uomini farebbero bene a ricordare?
Tanti sono stati nel corso della storia i casi di uomini che hanno pensato di essere invincibili, superiori, infallibili, e di non avere nessuna entità o legge superiore da rispettare; quando però hanno superato il limite e nell’ubriacatura del successo e del potere non hanno saputo frenare gli eccessi, l’ambizione e la vanagloria, sono sistematicamente finiti nella polvere.
La stessa specie umana ha saputo fare grandi cose, è riuscita ad evolversi come nessun altro essere vivente a noi conosciuto, e grazie alla scienza ed alla tecnologia l’uomo è diventato un creatore, un piccolo demiurgo, apparentemente capace perfino di controllare, alterare e manipolare a suo piacimento la natura e le sue leggi.
D’altra parte l’uomo continua a soffrire, ad ammalarsi, ad invecchiare, a morire; per non parlare dell’aspetto etico, dove non sono stati compiuti significativi progressi e l’uomo seguita ad essere corrotto, malvagio e cinico né più né meno come duemila, cinquemila o diecimila anni fa.
Dobbiamo pensare che è in corso un processo teso a fare dell’uomo il signore dell’Universo, in barba ai limiti ed agli scrupoli imposti dalle varie religioni, dalla filosofia, dall’etica? Dobbiamo pensare che Prometeo prenderà il posto di Dio, e che non c’è niente al di sopra di lui?
O dobbiamo credere che al contrario l’uomo è un essere limitato e molto imperfetto, soggetto a leggi e volontà molto più grandi di lui e contro cui nulla può?

L’autore



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