Un canto d’amore di un’anima inquieta, trafitta da sconvolgimenti interiori, pervasa da una dannazione poetica: un uomo dal cuore ancora assediato dalla sofferenza d’amore. Angelo Rodà vive di una passione struggente per la poesia e la sua parola è quella di un fanciullo innocente con gli occhi spalancati sulla vita e ancora capace di perdersi nei sogni.
Un inno alla poesia quasi in una sorta di contemplazione che si fa preghiera con l’intento di oltrepassare la dimensione corporea e spaziare in un mondo assoluto. Nonostante il territorio di ricerca sia limitato la sua capacità di emozionare ed emozionarsi è prepotente come l’intento di rappresentare il suo mondo “sensibile”. Non v‘è dubbio che Angelo Rodà possiede dentro di sé una profonda e tenace volontà di forgiare la materia poetica per renderla specchio fedele del suo modo di intendere la vita, l’amore e la poesia.
Massimiliano Del Duca