In copertina: «La luna e il satellite» scultura di Armando Cheri. Idea grafica Brainstorm – www.brainstormsol.com
Silvana, la protagonista de Un domani di vento, è un’emigrata sui generis, senza troppe difficoltà d’integrazione. Il suo viaggio dall’Isola al sonnolento Nordest di un’Italia che sta ormai vivendo i fuochi della ricostruzione postbellica, non riveste – in effetti – un ruolo preponderante nel romanzo.
Il disagio, dapprima sottile, poi più invasivo – intrecciandosi con le vicende personali della protagonista – si definisce invece come la fatica di un’intera generazione alle prese con il mutare di una società percorsa da profondi e rapidi sconvolgimenti (compresa la “rivoluzione” culturale del Sessantotto).
Quello di Silvana è un percorso di contraddizioni laceranti, in un Bel Paese ancora intriso di pregiudizi, dove i mutamenti repentini che sconvolgono l’assetto sociale vengono a cozzare con la permanenza di una scala di valori ancora presente. Tutto avviene troppo in fretta per poter capire, assimilare e cambiare nell’oggi.