In copertina: “Arando il caos” – acrilico su carta di Genny Adessa
pag. 51: “L’olivo” immagine realizzata a pastello da Lucia Cancelliere
In questa raccolta di poesie di Stefano Lovecchio è la parola a far riemergere “…l’agre e fertile/ esistenza/” del poeta (Identità). Attraverso il ricorso alle figure retoriche di significato e a particolari costrutti sintattici, le figure d’ordine, Stefano associa in modo particolare la parola a livello del suo significato con effetti poetici intensi e suggestivi, restituendone dignità ed autenticità…
…Per il poeta Stefano Lovecchio è una bella occasione questa: far conoscere un animo che s’eleva con la poesia al di sopra del reale e del quotidiano, per diventare un attimo, un attimo soltanto, storia universale di uomini che, pur soffrendo il male di vivere, sanno ancora respirare l’aria fresca dei mattini e contare le stelle lungo la strada delle loro fatiche.
È proprio questo che fa commuovere la morte; essa si allontana e fa spazio alla vita.
dalla prefazione di Pasquita Pulice