In copertina:
«Old Fashion Carousel at Sunset» © ETIEN – Fotolia.com
Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori per il conseguimento del 1° posto nel concorso letterario M. Yourcenar 2010 sez. poesia
Ci si imbatte nei nuovi versi di Patrizia, ritrovando – nel profondo della sua poetica- alcuni essenziali caratteri di sempre. Anche in “Giorni incerti”, emerge il doppio volto “sconforto/speranza, dolore/ritorno alla serenità”, quasi respiri liberatori in situazioni complesse.
Il linguaggio già efficace e adesso sempre più raffinato, penetrante dell’autrice è l’esatto contrario della leziosità e invece esatta identificazione con la maturità di pensiero e il gusto di “servire” la parola, senza tuttavia “servirsene”. Una nota di novità contenutistica tuttavia si impone. Riguarda una più marcata sensibilità verso le situazioni di lampante ingiustizia sociale nei degradati tempi attuali. I “Giorni incerti”, che appunto hanno suggerito il titolo della raccolta, sono poeticamente ma severamente motivati. In alcuni versi, ti colpiscono parole, certo più fulminanti di quelle grige dei saggi eruditi, sugli squilibri tra i potenti e gli emarginati nell’epoca in cui sono stati globalizzati soprattutto gli egoismi. “Gli imbonitori – scrive Patrizia – dicono che tutti possiamo salire sull’albero della cuccagna, ma c’è chi parte dalla nuda terra e chi dai rami frondosi…” C’è compassione per le folle di coloro “che non possono” e condanna irrevocabile per i farisei del potere.
dalla presentazione di Angelo Augello