In copertina: «Hauptweg und Nebenwege» (Strada maestra e vie traverse) dipinto di Paul Klee per gentile concessione del Museo Ludwig di Colonia
Opera finalista nel concorso letterario J. Prévert 2011
Dodici nomi: dodici fasci di luce che illuminano le ferite dell’Italia d’oggi. Nomi che si fanno carne e ossa per vivere la propria realtà in uno spazio concreto e delimitato. Le storie, raccontate da Giovanna Meyer con un linguaggio veloce, limpido e rigoroso, sono un’aspra denuncia altrettanto veloce, limpida e rigorosa. Una verità che colpisce perché sta dentro le vite di quei dodici nomi: razzismo, degrado materiale e morale, distruzione del paesaggio, inquinamento, corruzione, malavita organizzata e “soprattutto indifferenza”. Nell’ultima storia Simmaco depone sul fondo del mare il suo sogno d’amore. La sua forma nitida e splendente diviene per i vecchi pescatori una sirena. Con tutti i misteri, la paura e le speranze dell’antico mito mediterraneo.
Elena Bertonelli saggista