Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’autore è finalista nel concorso letterario J. Prévert 2002
La silloge è divisa in due parti: In campagna/ In città.
La scrittura sempre raffinata è, soprattutto nella prima frazione, sorretta da un adeguato supporto di conoscenze antropologiche e di storia locale.
Proprio nei quattro racconti della sezione d’apertura è dato trovarsi immersi in atmosfere di grande suggestione, sempre rese con uno stile ricercato che compendia e sintetizza, in un mixage che sa di sperimentazione linguistica, la sonorità e la sintassi del dialetto piemontese e la forma aulica.
L’autore sa dare concretezza ed espressione a manifestazioni immanenti di una società arcaica, di un mondo contadino ormai perduto, con le sue figure umane, i suoi elementari rapporti sociali, il suo lavoro, i suoi valori sospesi in un tempo di già passato.
Ma il narratore riesce anche a garantire forma e consistenza a tutto il suo ‘sottotesto’ di superstizione, di magia, di antiche credenze ‘pagane’, che a ben vedere ‘sottotesto’ non è, ma, al contrario, è parte integrante e ineludibile di quel mondo. E ne costituisce il fascino.
Maria Grazia Greco
(Presidente Giuria XII Premio Letterario Mondolibro – Roma)