I luoghi hanno nomi veri, ma sono inventati. Così come le persone citate in questo libro. Ognuno può leggerci la propria vita o quella di qualcuno che conosce. Ciò che conta è che le parole che si leggono qui, facciano pensare un po’ alla realtà, non sempre favolosa.
Le occupazioni che si sono «consolidate» nei primi sei mesi del 2014 sono 482: oltre due terzi, in un solo semestre, di tutte quelle registrate nell’intero 2013 (furono 668). È il segno di una crisi sociale che arriva a proporzioni disastrose e sconfina nell’illegalità, affidandosi sia all’«immobiliare politica» (quella di alcuni centri sociali che favoriscono le occupazioni soprattutto a San Siro, al Ticinese, ora anche al Corvetto), sia all’«immobiliare criminale» (le gang di nomadi, maghrebini o italiani che sfondano le porte e «vendono» le case per 2-3 mila euro tra Lorenteggio, Calvairate, ancora Corvetto). Solo in zona San Siro, in questo momento, ci sono 477 occupazioni abusive e 667 alloggi sfitti, e intorno a questi ultimi si concentrano i tentativi di occupazione che si ripetono a ciclo continuo, a una media di almeno 10-15 al giorno (in tutta la città). E quello è il punto chiave: la crisi dei bilanci non permette di ristrutturare e assegnare gli appartamenti. Che rimangono a lungo vuoti, preda delle bande criminali. Il Comune sta tentando di assegnare le prime 50 case affidando i lavori agli inquilini, ai quali verranno scalati poi i costi dall’affitto. Se il meccanismo funzionerà, potrebbe diventare un’efficace azione contro l’abusivismo. (Corriere della sera, 5 agosto 2014)