Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’opera è segnalata nel concorso letterario Jacques Prévert 2015
Quando, alla fine, si chiude la piccola raccolta di Carlotto, si ha il sorriso sulle labbra. Ma bisogna specificare che tipo di sorriso: divertito, ironico, un po’ amaro. Perché le poesie di Carlotto – che a tratti somigliano più a brevi aneddoti, aforismi, apologhi – hanno un tratto che decisamente le accomuna tutte: sono intelligenti, di quella speciale intelligenza che non ha bisogno di annunciarsi come tale perché si illumina da sé. Alcuni versi non stonerebbero tra quelli di Rodari, altri sembrano richiamare Trilussa, altri ancora evocano un Montale meno severo dell’originale; in ogni caso, senza voler scomodare padri e padrini, sono poesie che sposano felicemente la leggerezza con l’impegno (anche quello sociale, sì, e persino quello civile), le forme più levigate con qualche voluta asperità, la lucidità disillusa con la tenerezza.
Olivia Trioschi presidente della giuria del premio letterario J. Prévert 2015 sez. poesia