Pubblicazione realizzata dal Club degli autori quale premio, in quanto autrice 1^ classificata al Concorso Jacques Prévert 2015
Motivazione dell’attribuzione del 1° Premio al Concorso Letterario Jacques Prévert 2015
Nella vita può capitare di essere definiti pazzi proprio come avviene alla protagonista del romanzo di Angela Nese. Il percorso dentro se stessi può scatenare fantasmi e demoni e la fatica di vivere può diventare una continua fuga dal mondo, eclissandosi in un ricercato isolamento.
La ragazza Valerie ama dipingere nel suo giardino e che ci sia sole, pioggia, vento o neve poco importa perché lei è estranea a tutto, lei dipinge sempre con i piedi nudi, lei è una donna “singolare”. Valerie è stata ricoverata in una clinica psichiatrica e, ormai da cinque anni, non esce dal suo giardino, dal suo regno, dalla sua gabbia d’oro e, ogni tanto, incontra solo la sua grande amica Miriam.
Un ragazzino dall’animo molto sensibile, che si chiama Orazio, dalla finestra del terzo piano, osserva sempre Valerie quando dipinge e conosce bene i suoi gesti e sa a memoria i suoi tempi. Ad Orazio non importa assolutamente nulla di ciò che dicono gli altri: lui vede solo una donna singolare e, ogni giorno, disegna un ritratto della signorina Valerie.
L’atmosfera del romanzo è ammantata da profonda umanità e non disdegna alcune riflessioni sulle contraddizioni del vivere e l’epilogo finale, che vede Valerie esporre i suoi quadri in una mostra, rappresenta una volontà di esorcizzare il “delirio che si agita nell’anima”.
Valerie dipinge per “buttare fuori” tutto il caos che, come una tempesta, sconvolge la sua mente. Le tele sono i tentativi di raffigurazione della sua anima, ciò che uno specchio non può riflettere: una sorta di ragnatela geometrica di labirinti che brulicano nella sua mente.
La presunta salvazione sarebbe “guarire da se stessa”, ma è ardua prova da superare perché noi “siamo la malattia alla quale in nessun modo potremo sopravvivere”.
Il romanzo di Angela Nese diventa un viaggio misterioso dentro l’animo dell’essere umano, una fuga dalla realtà che implica la ricerca, grondante sudore e sangue, della nostra reale essenza, dopo aver tolto l’involucro che artificiosamente ci nasconde agli altri.
La scrittura di Angela Nese è sempre precisa e limpida: riporta ciò che conta veramente, elimina le ridondanze e glissa dove occorre. La trama del romanzo scava nel profondo dell’animo e nelle fenditure dell’umano esistere.
Massimo Barile