Laura Torelli presenta un romanzo storico ambientato nella Napoli settecentesca che deve fare i conti con le continue lotte tra i sostenitori di teorie progressiste ed il clero, tra i magistrati e l’aristocrazia di una città dove ognuno rivendicava i suoi privilegi ed il suo potere.
Nella narrazione di Laura Torelli, sempre attenta a miscelare profonde riflessioni filosofiche con le miserie umane, emerge la figura del giudice Anastasio, uomo intransigente e attento studioso che ripudia le ambizioni politiche, ma si trova a discutere di questioni filosofiche e principi religiosi seppur preferisca confrontarsi sull’alto concetto di Giustizia, che sempre alimenta il suo animo, e sulla mancanza di equità nel dirimere le semplici vicende quotidiane che interessano il “popolo”.
Il ritmo incalzante della narrazione proporrà alterne vicende che ruoteranno intorno alla saga familiare dell’arrogante marchese Alfonso Ottino e di suo figlio che è un gran fannullone. Tra intrighi e connivenze per entrare a far parte delle casate nobiliari, loschi giri di potere e false reputazioni da difendere, non mancherà la storia d’amore tra Candida, figlia d’un conte ed il bravo, ma povero, Lorenzo che, aiutato dal giudice Anastasio, diventerà sicuramente un bravo giurista.
La considerazione proposta, nel dispiegarsi del romanzo, diventa simbolo dell’umana vicenda: “Dio ha plasmato l’uomo in modo che questi possa assumere diverse forme: può innalzarsi ad angelo o diventare un bruto”.
Massimo Barile
(presidente concorso letterario J. Prévert 2016 sezione narrativa)
Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’opera è segnalata nel concorso letterario Jacques Prévert 2016