Il titolo della silloge “Nero d’onice”, di Vincenzo Caruso, incarna già un’immagine fedele dell’oscuro enigma da svelare nel processo di rappresentazione del mondo, delle molteplici manifestazioni del vivere e delle pulsioni del poeta, che pone la sua intenzione lirica a fondamento dell’intera raccolta.
Le liriche sono spaccati esistenziali e frammenti della precaria condizione dell’odierna società, che viene osservata con sguardo critico, mettendo in risalto la sofferenza, l’ipocrisia e l’intolleranza, rivelando la “semplice umanità” che cerca risposte alle antinomie dell’esistenza, per giungere alla consapevolezza dell’essere nel grande gioco che è la vita…
dalla prefazione di Massimo Barile