Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’opera è finalista nel Concorso Jacques Prévert 2019
È il celebre sonetto barocco di Ciro di Pers a dare il titolo a questa raccolta, un’immagine inquietante ed elaborata che racchiude in sé tutta la disperata caducità del tempo riservato alla vita umana. Un tema, quello del fuggire del tempo e dell’avvicinarsi della morte, che attraversa in toto l’opera di Claudio Guardo, trovando in queste poesie una nuova ed incredibile sintesi…
…Il susseguirsi delle stagioni crea un circolo di ineluttabilità e di contemporanea nostalgia per il passato, visto a tratti come periodo delle emozioni immediate, dei sogni ancora vividi, dei luoghi dove “le radici / del cielo / toccavano / terra, prima / dei dubbi / dell’estate”…
…Ma è “il chioccolio / della fontana” a riassumere con la sua sinfonia senza tempo l’intero significato della raccolta. Un suono atavico ed essenziale, disturbato dalle voci umane, così invadenti e superficiali da non rendersi conto che il loro errato ed enfatico interagire non si amalgama con la tenue e maestosa semplicità della vita che scorre. Il riposo della breve eternità racchiude in sé le meraviglie di momenti passati, di impressioni colte all’improvviso, di felicità mai concretizzatesi. Dolenti attimi che inesorabilmente trascorrono, consapevoli dell’inevitabile fine, ma incapaci di abbandonare completamente l’umano desiderio di poter rincorrere i propri sogni.
dalla prefazione di Michele Bellio