Pubblicazione realizzata dal Club degli autori quale premio, in quanto l’autore è 1^ classificato sezione Poesia al Concorso Jacques Prévert 2019
Questa la motivazione della giuria:
«La silloge del poeta Giacomo Picchi vive e si nutre della sua coscienza lirica sempre attenta a cogliere le più labili percezioni dell’umano esistere.
La vita è come una vampa di calore che deve condurre alla substantia autentica, per rendere tutto trasparente, disvelando le maschere e gli infingimenti, per oltrepassare la linea di confine, per andare oltre i “muri” del quotidiano vivere: un simbolico incendio “che dona ossigeno, fino alla fine”.
La sua Parola, nitida e penetrante, genera un canto ritmico, alimenta la visione di un poeta che “non sa accogliere dolore e sofferenza”, e diventa flusso impetuoso, onda turbolenta, che “sparge inganni” sul percorso della “natura umana”: la sua “coscienza presa prigioniera” dalle seduzioni si miscela agli errori che, come una “catena”, lo tengono legato al Tempo.
L’Amore, vissuto e sofferto, diventa una “diga” nel “mare di paura” e la Parola, dominatrice indiscussa della sua concezione lirica, si tramuta in “appiglio” e approdo sicuro al cospetto della vertigine immane dell’esistere, si fa atto di salvazione, proprio davanti ai simbolici “muri” da scalare che illudono sul senso della vita».
Massimo Barile