“Delle tue parole, delle mie paure” parla di cosa vuol dire essere giovani oggi: il rapporto simbiotico con la tecnologia, la precarietà sul lavoro, il continuo senso di urgenza, di fretta, che permea ogni aspetto della vita e l’avvelena, fino all’alienazione, alla dimenticanza della propria umanità che confligge con un tormento interiore incessante.
Da questa crisi scaturisce la necessità di cambiare, di reinventarsi una morale, più sentita e meno imposta, che possa soddisfare la voglia di giustizia e calore, rimasta illesa, nonostante le aggressioni subite nel tentativo di seguire le regole della società contemporanea.
Comincia, quindi, un viaggio interiore, privo di filtri esterni, alla riscoperta dei sentimenti, dove la curiosità fa da guida nel caos primordiale di istinti ed emozioni. Quella che all’inizio può sembrare un’esplorazione dell’Inferno, però, a metà percorso comincia ad assomigliare più alla scoperta di un Paradiso perduto che, per quanto sporco ed imperfetto, è reale almeno quanto la sofferenza provata per arrivare fin lì.