Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’autore è finalista al Premio Jacques Prévert 2004
Nella poesia di Giovanni Teresi le parole volano libere e, da una finestra spalancata sui ricordi, tendono ad aprirsi in “spazi immensi” dove la mente può vagare sempre facendo riferimento al proprio vissuto, a quell’intimo rapporto con la propria terra: ecco allora il recupero memoriale degli incanti della natura di un mondo tanto amato con maestosi alberi agitati dal minaccioso vento, le piante d’ulivo in una terra dai mille odori i cui frutti hanno visto passare le stagioni d’una vita, e quelle radici, forti e contorte, simbolo di pace e d’amore, che hanno resistito al tempo e all’invasione del cemento, diventano testimonianza di sopravvivenza d’un ambiente naturale che va scomparendo in un mondo dove ormai regna la spietata concorrenza e la spinosa cattiveria, dove pare di vivere in una giungla infernale, e le residue voci, nient’altro che un freddo canto dell’umano vivere, giungono da alte mura…
Massimo Barile