In copertina Cristo. Mosaico bizantino (sec. XIV) nella chiesa di Chora (Istambul)
Tu, il Messia, scritto con uno stile personale, intuitivo e narrativo, non è una ricostruzione più o meno fantasiosa di fatti della vita di Gesù e nemmeno è sul tipo del romanzo storico. Si potrebbe invece descrivere come una ricostruzione dei fatti e detti del Salvatore, precisamente sul filo dei quattro racconti evangelici, reinseriti (per noi lettori distanti duemila anni) nel loro ambiente, fatto di luoghi concreti, di eventi passati e recenti, di personaggi realistici, di piccole storie zonali e della storia dei grandi della terra.
Si cerca infatti di tener conto dell’ambiente religioso, delle lotte politiche, della vita sociale dei grandi e dei piccoli, dei problemi quotidiani. Sono evocate le scene, descritti i luoghi, contemplata la natura, uditi gli animali, ascoltati i suoni. Emergono le attese religiose, i conflitti regionali, le controversie teologiche, lo smacco dei poveri, gli arrivismi dei potenti… Forse che Gesù non è vissuto in un contesto simile? Forse che Gesù non ha posto la sua tenda tra la gente? Non è forse stato immerso negli eventi del suo tempo?
Gesù è sempre al centro del racconto. Tutto il libro ce lo avvicina, ce lo fa sentire umano, ma anche ci fa percepire il divino. Lui, attraverso la sua comunità di vita con i suoi discepoli, risponde alle nostre domande circa il senso della vita, i fatti, gli altri, il mondo. Il libro diventa così catechesi e pedagogia: porta a conoscere e ad amare Gesù sempre di più.