In copertina illustrazione di Luigi Seregni
Questa pubblicazione è stata realizzata dal Club degli autori quale terzo premio al Concorso Letterario Jacques Prévert 2009 sezione Poesia.
Motivazione del Terzo Premio a Giuseppe Terranova per l’opera “Mosaico lirico”
«Questa raccolta del poeta Terranova si presenta con un linguaggio aulico ed uno stile molto controllato, con diversi riferimenti alla classicità: Medea, Narciso, Pizia. La spersonalizzazione dell’uomo moderno è stigmatizzata nel verso “Questo ed altro c’è nella mia lirica erranza, proteiforme e indefinita” (Non so) e questa sua affermazione diventa anche il proclama della sua poetica. Il futuro della vita di ognuno è ignoto ed il ricordo deve essere considerato la metamorfosi della vita stessa “per non soccombere / agli artigli del rimorso” (Novella Pizia). Il rimpianto dell’infanzia siciliana “prima del mare delle nebbie [padane] [...] Vibra ancora oggi il ricordo” (Scampolo d’infanzia). Sull’argomento ritorna in “Medea”, dove l’effetto della diaspora si manifesta come nostalgia: “fiorisce la mia angoscia / in questa nicchia senza amore [...] Tutto perso ormai, / ma non il rimpianto” (Medea). Qui le parole messe in bocca a Medea sono applicabili al poeta stesso e a chi come lui ha dovuto lasciare la propria terra per altri lidi. L’imperativo della vita moderna è “devi!” (il “must” degli inglesi) fare questo o quello; tutto ci è imposto dall’alto e ci rende “stranieri a noi stessi”. Riuscire a svincolarsi da tale obbligo è grande fortuna, ma non è cosa facile e “Senza Assoluto, ormai, / anche noi, a volte, / ci aggrappiamo all’ultimo strillone” (Neri corvi). La protesta contro gli imbonitori della televisione è esplicita: prima attacca il potere e chi si fa suo servitore e poi i conduttori dei programmi televisivi “Ciarlatani catodici / e profeti di sventura / le brame di bambole di stagione / animano” (Scavata è l’anima). Il poeta è un uomo libero in tutti i sensi e la poesia è anche protesta contro i soprusi e le ingiustizie, cosa che ha dato sempre fastidio ai potenti».
Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert