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- “In «Desideranza» vi è un tentativo perenne di fuga all’indifferenza di chi non ha riconosciuto la profondità della voce: ‘ho raccolto rose/ogni giorno/e/non le hai viste’; un incontro-scontro con la memoria: l’assenza-presente di un qualcuno-qualcosa che genera combustioni, strappi, una bellezza delirante che vibra. Versi scabri accendono visioni: ‘vive/la rosa/di poco/senso di sé/di un tempo/senza dei’ : essenziale, nuda, dritta alla radice dell’immagine; simboli: ‘la rosa, la radura, l’ape’ abitano e uniscono, come un respiro, la silloge in un abbraccio di pensiero. Scrittura ossuta e palpitante, molto bella ‘Come fiore di cappero’ dal linguaggio asciutto, scabro ed essenziale”.
- “Se la comprensione dell’essere è una possibilità heideggeriana dell’esistenza, per Camilla, Poesia e Filosofia si pongono come presupposti e termini di un esistenzialismo individuale, utensili autentici e complementari di un’azione tesa a rivelare l’Esserci ed il Poter Essere. Le sue parole, chiavi mutevoli di serrature perentorie, sono infilzate ad una ad una come simboli e monili di un Tempo del Mai che governa lo spazio interiore”.
- “Poesia breve, quasi un epigramma, raccolta in spazi essenziali dell’Essere”.
- “Poiesis… sublime”.
- “Una scrittura disincarnata in versi sfilati, per corrispondere all’impulso immediato di tornare al ‘primigenio’, spezzando etimologicamente le parole o forzandole nel suono e nel significato”.
- “In una ben dosata successione di sensazioni cariche di sentimenti intensi, la silloge rivela notevoli capacità di contemplazione e immediatezza di figure attraverso un ricco gioco di immagini. I versi brevissimi, spesso monosillabici, rendono bene i palpiti e i nodi dell’anima”.
- “Molto fine, bella la forma, un incanto il titolo. Elegante, sommessamente raffinata: vera poesia, piccolo capolavoro. Vi si sente il gusto per i classici. Una suadente immagine emana dalla forma poetica, dai versi, brevi e lunghi per l’onda continua che riescono a creare, come mantice che ti agita e ti rilassa, col suo soffio infine leggero. Una poesia colta, curata nella forma, assolutamente originale e molto musicale. Alternarsi di vuoti e pieni, di presenza e assenza, parole che scivolano una dopo l’altra, come note di violino. La scelta grafica allungata, gli ‘e’ che congiungono e distaccano immagini di un corpo esplorato in una sorta di carrellata, la rendono sia film che album di immagini evocative: sensualità lieve ed elegante, l’inno al desiderio”.
- “Le sue parole hanno la bellezza e l’eleganza del semplice”.
- “I poeti sono sempre più rari e inascoltati”.
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