Opera 3^ classificata al Concorso «Ebook in… versi 2016»
Questa la motivazione della Giuria: «La Parola di Francesca Croci s’incarna in “seduzione diabolica” che catapulta nel baratro infernale, nell’abisso dei sensi e nelle viscere dell’umano tormento.
Nell’ancestrale labirinto, al tempo stesso prigione materiale, protezione sacra e scena iniziatica, tra dolore ed oblio, lusinghe del demonio ed anima dannata, si avverte la necessità vitale di Francesca Croci di oltrepassare la condizione limitante d’un arcaico “recinto” assegnato dalla storia alla Donna e si percepisce il desiderio ardente di volare nel “suo” cielo come simbolica “farfalla” che ignora il recinto, come strega lirica “intrappolata in un destino grottesco”, fino a divorare le presunte colpe, fagocitare il corpo marchiato dal Demonio e “fecondare il seme” dell’oscuro e presunto atto purificatore.
Ogni essere umano è “gravato” del suo destino e alla strega si chiedevano sortilegi, rimedi contro l’impotenza, pozioni d’amore e si confidava nella sua oscura magia proprio da parte di coloro che si ritrovavano “sotto l’altare in umile posa”: il corpo era saziato e l’anima salva.
Il sacrificio lirico conduce oltre il Maligno e la Salvezza Eterna, s’imbeve di acqua santa e di veleno, di “pericolosi umori” e di “fluido primordiale”, fino a quando la poetessa decreta la fine del sabba con le brucianti parole: “Come Lilith risorgo/e mi assolvo,/riscatto il destino di Eva/rivendico l’Eden,/la mia nudità senza colpa”.
Lo spettro lirico si manifesta: è la biblica Lilith, la prima donna, modellata da Dio con il fango impuro, che diventerà simbolo del Male assoluto e della lussuria, personificazione della Luna Nera e dell’aspetto oscuro della Psiche».
Massimo Barile