Questo libro ha un valore speciale per me, perché, anche se mi sono cimentato in passato con l’invenzione di alcune commedie, è adesso la prima volta che pubblico insieme alle mie poesie, una se pur breve, produzione teatrale.
“Stazione”, è una mia composizione in cui si vive il dramma dei migranti che devono scegliere se partire o rimanere nella loro terra. Qui ho fatto parlare varie persone di diversa età e sesso, dando loro parole trovate non solo nella mia fantasia o creatività, ma in un “mettersi nei panni dell’altro”.
“Tre ore su un’isola”, invece, è una commedia singolarmente misteriosa dove l’irreale assume una forma concreta grazie ad un miracolo. Tra tutti i personaggi presenti qui, mi è più cara la figura di Amir, che con una vena d’ironia amara, fa del dolore la sua ragione di vita. Vita che per lui non vale niente.
Riguardo alla poesia, ho suddiviso l’intera raccolta in due parti. La ragione è che tra la prima e la seconda parte, anche se vicine nel tempo, vi è una differenza spontaneamente voluta, dove il messaggio poetico assume maggiore rilievo in quest’ultima.
La sezione di poesia fa dell’introspezione, un faro per i lettori che possono vedere chiaramente un pezzo di loro stessi. Mi piace definirla “Poesia utile”.
Roberto Calò