Pubblicazione realizzata con il contributo de de IL CLUB degli autori in quanto l’opera è segnalata nel concorso letterario Jacques Prévert 2019
“Intanto, la ragazza calzò il cappuccio della felpa rossa che indossava sopra un paio di pantaloni bianchi attillati. Quella mise metteva in risalto la sua linea invidiabile. Il suo viso oblungo si adattava a varie espressioni. Quella che aveva in quel momento, con le palpebre leggermente abbassate, la facevano apparire sonnacchiosa. Ma si trattava di un’impressione ingannevole. In realtà era solo una caratteristica del suo volto. Quando parlava, l’espressione si animava assumendo una mimica mutevole, a tratti caricaturale. Il suo naso era affilato e le labbra atteggiate ad una perenne espressione di diniego; questa proprietà le tracciava due impercettibili rughe sulle guance.”
Qui c’è la naturalezza del racconto, la brevità – sta diventando sempre più un pregio –, la cadenza della successione dei fatti che induce il lettore a scoprire come si arriverà allo svelamento finale, a quelle poche frasi terminali che danno un senso alla narrazione precorsa.
Così c’è interesse, c’è una breve attesa della conclusione, che è lieve o pensosa, o problematica perché i problemi non vanno rimossi, bensì esplicitati anche nel dolore – condimento naturale delle nostre vite, inutile tentare la dieta della rimozione – e, soprattutto del cronachismo leggero del “mi capita che…”, o, in modo lontano dal protagonismo “capita anche che…”.
Insomma il lettore percorrerà, con l’autore, una strada sinuosa. Ogni curva apre un passaggio nuovo, bello e aspro.
Buona lettura.
Ottavio Ferrario