Diego Capitano fa esordio nel mondo della letteratura con la prima pubblicazione risalente al 1992 «Voce del mio silenzio»; libro di appena quaranta poesie selezionate su seicento; tutto il resto viene cestinato, ritenuto dall’autore: acerbo, non soddisfacente, tantomeno efficace.
L’obiettivo è rinascere, rilanciare una nuova poesia, che lo porterà anni dopo ad importanti traguardi, con tanti premi vinti, conferimenti prestigiosi, onorificenze e critiche letterarie superlative.
La sua vis poetica rispecchia la visualità del cosmo e della vita terrena, fondersi col suo mondo interiore, spirituale, che egli automaticamente trasferisce su carta, dando così vita alle sue opere ormai pluripremiate e recensite da competenti in materia d’ogni parte d’Italia…
…Un’anima antica dallo spirito contemporaneo, che lo si può benissimo collocare sia con gli ultimi dei seguaci parnassiani che con gli autori più moderni dei nostri tempi, dote d’una libertà espressiva senza barriere.
La sofferenza, l’infelicità e il disagio vissuto, portano il poeta ad un parziale distacco con quanto attorno lo circonda, lasciandosi andare in una sorta di pessimismo e di malinconia interiori, non voluti, persistenti, che lo addurranno a più consapevolezza nello scrivere, ad una poetica più evoluta e più intensa nell’ispirazione: filologica-compositiva…
…Poeta dall’animo sensibile, come lo definì Mons. Alfonso Puma nella presentazione dell’opera di Capitano: «Canti di un poeta senza volto».
“La terra meravigliosa che Ghoete chiamava Sicilia Felix, ha dato a questo poeta moderno il talento non indifferente dell’arte e la ricchezza del fuoco d’amore per tutto ciò che è bello e buono”.
Diego Capitano