Un filo sottile tiene insieme una silloge apparentemente frammentata in tematiche disparate: la domanda sul senso della vita si affaccia nitidamente per poi ritrarsi fino a sparire dietro argomentazioni più urgenti di ordine quotidiano che coinvolgono il sociale e il vivere nel mondo multiverso della multiculturalità. L’osservare il dispiegamento del potere come forma di comunicazione autoritaria sembra a tratti prendere la guida. In realtà lo sguardo dell’autrice si immerge in una scena talvolta caleidoscopica perché in continuo movimento e sempre mutevole, in cui anche l’aspetto paesaggistico induce emozioni e riflessioni fluttuanti, quasi una pausa preparatoria per il mito che a volte irrompe in un presente dilaniato da sofferenza e contraddizioni per portare una luce antica e più veritiera.
Le sfaccettature culturali derivate dai nuovi eventi sono una fragile via di fuga verso la libertà e coglierne il senso è un modo di interrogarsi sulla contemporaneità.
La riconciliazione del presente attraverso il passato per un nuovo futuro: l’importante è non perdere la rotta affidandosi a un altro timoniere.
Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’opera è finalista nel concorso letterario Jacques Prévert 2021