Sembrano lontani i tempi in cui i nonni raccontavano storie davanti al camino. Ricordo vagamente patate, uova, pannocchie, castagne covate sotto la cenere, il fuoco scoppiettante e l’assembramento di noi bambini, colti da brividi ed emozioni durante l’ascolto; tutto soppiantato dalla televisione, come fosse sempre esistita. Interruzioni di pubblicità che invitano ad assaporare panini assortiti ipercalorici, vari prodotti spesso di dubbia utilità e svariate forme di comunicazione diseducative. I nonni, un peso da parcheggiare nelle case di riposo, lasciati nell’ultima fase della vita in solitudine, lontani dalle nuove generazioni, affannate a inseguire i loro sogni.
Il piacere di raccontare sopravvive in soggetti con quel vago ricordo nostalgico, quello di ascoltare lo dedichiamo a chi capita per caso di leggere questo libro scritto da uno sconosciuto. Pochi o tanti che siano, mi auguro di non annoiarli e che possano rivivere gli anni perduti nel tempo, dove i racconti nascondevano una morale e spesso costituivano una sorta di riferimento nell’affrontare gli ostacoli della vita, con analogie valide in ogni circostanza, compresa quest’era moderna, non priva di affanni e incertezze. Con affetto.
Antonio Zannino