…Partendo da un pessimismo individuale, il poeta si inoltra in una visione più universale in cui l’uomo e la natura ne sono ugualmente coinvolti: «Oggi non direi la Natura benigna, (…) ma gelida matrona maligna…» (La paura del cane). Una continuità della vita, scandita dal vivere alla giornata, «Non si vive che nel “qui e ora”» (Ucronia), in un tempo senza passato e senza futuro, ma dove vi sono elementi che la rendono accettabile, in primis l’arte, e in particolare la musica, recepita dal poeta come consolatrice del corpo e dello spirito. […] Stefano Tonelli diventa specchio del nostro tempo e portatore di una particolare bandiera della comunicazione. La sua poesia gioca un ruolo molto importante: è una continua confessione-analisi con il suo sicuro potere salvifico, sia psichico sia fisico. E nel contesto di una società umana dedita più alle cose materiali che a quelle dello spirito, il suo itinerario esistenziale e poetico può a ragione divenire un buon suggerimento per il recupero degli effettivi valori della vita.
Dalla Prefazione di Benedetto Di Pietro
Pubblicazione realizzata con il contributo de
IL CLUB degli autori in quanto l’autore è segnalato nel concorso letterario «J. Prévert» 2008