Sono appena dieci questi racconti di Milena Boldi, e per di più anche brevi, tanto da mettere in dubbio il tipo di pubblicazione, se in volume o in opuscolo; e non solo, se non sono pure pochi, per una lettura critica attendibile. Riserve legittime, ma fino a un certo punto, perché questi racconti hanno dalla loro il pregio di non chiudersi mai alla fine di ogni lettura, ma di avere un seguito nelle riflessioni del lettore.
Premetto che l’idea che anche il lettore partecipi alla creazione dell’opera d’arte non deriva tanto da una mia personale intuizione, quanto da un aforisma di Conrad, che l’autrice aveva apposto a mo’ di esergo, alcuni anni prima, in una sua precedente raccolta, ancora di racconti brevi, che recitava: Si scrive soltanto una metà del libro / dell’altra metà si deve occupare il lettore.
E in effetti, quanto afferma lo scrittore polacco, naturalizzato britannico, porta a considerare il libro “come un raddoppiamento dello stesso testo dove, da una parte, c’è il pensiero del suo autore e, dall’altra, la deduzione “commentativa” che ne fa il lettore.”…
dalla prefazione di Giuseppe Leone