In un lontano futuro, esattamente nell’anno 2087, siamo nell’epoca dei cyborg che dominano il pianeta. La situazione è terribile. Il protagonista, un tingan che viene dal pianeta Fyn, si trova prigioniero, insieme ad altri esseri umani, in una fossa fangosa e fetida. Gli esseri umani sono letteralmente schiavi dei cyborg e devono sopportare torture indicibili, il dolore regna sovrano e le urla di disperazione riecheggiano ovunque.
Le ultime truppe dell’esercito degli umani sono nascoste sul pianeta Fyn dopo aver subito un massacro e non sono che poche decine di sopravvissuti…
“Il suono della prima neve” di Carlo Bramanti è un romanzo che, alla visione fantascientifica, unisce una trama originale e la capacità di innestare, tra una vicenda e l’altra, una visione legata alla concezione dell’umanità che comunque prevale su ciò che non è umano, anzi, lo contamina, lo assorbe fino a farlo diventare quasi-umano.
Un romanzo interessante che offre lo spunto per una serie di profonde riflessioni sulla futura esperienza dell’Uomo nel campo della tecnologia. La necessità di salvare, in ogni caso, un frammento di ciò che siamo.
Massimiliano Del Duca