… Capace di conferire dignità letteraria alla materia prima allo stato informale ed astratto che attraversa la sua mente di aedo, Mario Vierucci poeta e narratore, con i suoi coinvolgenti fraseggi gioca una sorta di partita con il lettore trascinandone il cuore e l’anima in un connubio indistruttibile con il lirismo ineffabile della sua vena artistica, così prorompente da sembrar volersi liberare ad ogni momento dai freddi caratteri tipografici per imboccare decisamente la via pulcritudinis che conduce all’ultraterreno.
Non esistono, per l’opera letteraria di Vierucci, obiettivi raggiunti, ogni ultima fatica costruisce, in verità, una nuova vetta da cui spiccare il volo verso cime sempre più alte, verso quell’empireo di cui soltanto l’Eterno è arbitro e Signore nel tempo e nella storia.
Ancora una volta, dunque, regalandoci questo libretto, il poliedrico cantore sublima sé stesso. opponendosi alle miserie che soffrono “quest’atomo opaco del male” con il vigore di chi sa stupire perfino le Muse.
R. Roffi