L’immagine che riassume la personalità letteraria di Mario Vierucci riconduce, in primis, alla figura di un uomo, assorto nell’ombra di una stanza, intento a fantasticare e spaziare con il suo sguardo nelle inestricabili vicende della vita, quasi a voler ricercare il superamento del proprio sentiero, eppure ammaliato dalla sensazione di “sentirsi un fantasma legato a fili di memoria”, che pervade il suo animo con recuperi memoriali, ricordi evanescenti, emozioni vissute o solo sognate, spaziando in diversi tempi e luoghi, sempre sulla linea di confine tra l’influenza di un piano strettamente e realisticamente umano e la dimensione immaginifica e sognante…
…La dimensione onirica illumina le atmosfere ed emerge il profondo desiderio d’amare, sovviene l’amore vagheggiato in sogno, il cuore ed il corpo si fondono in unica emozione: allora le parole hanno il colore dell’ambra e della terra rossastra quando tutto si fonde in una ricercata metafora della solitudine e della caducità delle cose, nello svelamento del mistero della vita e della morte e lo sguardo malinconico può essere sanato solo dal soffio vitale della poesia…
dalla prefazione di Massimo Barile