“Il mio modo di viaggiare talvolta mi regala incontri meravigliosi”, dice Rosa Maria Corti in un momento topico del libro, nella nota al testo dedicato a Segantini, rivelando la chiave stessa di tutto il suo “favoloso” peregrinare che l’ha portata a inseguire e incontrare la “promessa di un sogno” attraverso luoghi di impervia e sconosciuta bellezza, in cui solo a pochi è dato riconoscerla nella sua ruvida amabilità…
Nel titolo è certo scritto che ciò che le interessa è la “casa” intesa come il luogo entro cui hanno trovato ospitalità e consistenza interiore ed esteriore, virgiliani simulacra luce carentum, simulacri e fantasmi di una vita bisognosi di luce, sogni, trasferiti in colori e parole nelle forme dell’arte e della poesia.
Ma, in realtà, il libro inclina soprattutto ad evidenziare che sono le “anime” quel che maggiormente balza fuori dai testi: la teoria di personaggi, “scrittori-pensatori-artisti”, tutti di straordinaria rilevanza, colti, nella cinquantina di epilli che compongono la silloge, in situazioni paradigmatiche di fascino…
da Note critiche di Vincenzo Guarracino