Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto la silloge è 3^ classificata nel concorso letterario Jacques Prévert 2013
“M’incantò la rima fiore/amore, la più antica difficile del mondo”, scriveva Umberto Saba in una delle sue tante belle poesie. Un grande sperimentatore della tradizione, come fu per l’appunto Saba, dichiarava con quei versi il suo amore per l’espressione semplice, non sovraccarica di enfasi e artificio. Resta il fatto, indubbio, che parlare d’amore senza incorrere nell’ovvio e nel già detto è ardua prova per un poeta, e tuttavia sfida sempre rinnovata. E raccolta, in questa occasione, da Patrizia Berlicchi, che dedica molto spazio della sua raccolta proprio al sentimento più antico e difficile del mondo – per dirla con Saba. Ne parla con rapidi cenni, in poesie brevi e pulite, che ricordano per alcuni aspetti le liriche del “primo tempo” poetico di Anna Achmatova, la grande poetessa russa: immagini nitide di oggetti quotidiani, da cui trapelano gesti, atmosfere, situazione d’amore sempre incomplete, sempre in ricerca, come se fosse proprio questa la cifra dell’amore stesso – e forse è davvero così. Come questa, per esempio: Non vedi che ti aspetto? / Dietro il ventaglio /la trama complicata del merletto / nasconde con fatica / che ti voglio…; o ancora: Una collana di note leggerissime / si posa / attorno al collo si attorciglia piano poi si chiude / con un bacio sulla nuca. Come si vede, immagini delicate e nette, puntuali, che in qualche caso giungono al limite della rarefazione. Ma che, nella loro semplicità, riescono almeno in parte a vincere la sfida, e a dire l’amore in modo autentico.
Olivia Trioschi Presidente del premio letterario Prévert sezione poesia