Nella silloge di Patrizia Berlicchi le molteplici manifestazioni del vivere si muovono tra un senso di stupore e il mistero della vita che, a volte, vede accadere “molte cose” come “per miracolo”.
La poesia, allo stesso modo, nasce e trova il suo percorso tra dolori e illusioni, sogni infranti ed estasi.
Le parole conducono nelle regioni nascoste dell’animo, oltre le ombre delle assenze, oltre il silenzio che si fa solitudine, ma v’è la speranza per “nuovi desideri”, permane il dolce ricordo quando gli “abbracci erano approdi”.
Nel processo lirico si avverte la volontà di rivisitazione, come a voler alimentare i “fuochi della memoria”, come a voler rendere palesi le “parole non dette”, che sempre ritornano nella notte e si abbattono come tempesta sul suo animo.
Nella visione della poetessa il destino gioca un ruolo fondamentale nel cammino esistenziale e, mentre i giorni della vita si sgranano come un rosario, diventa fondamentale la forza del proprio animo.
Ecco allora la rinascita di “un’anima tremante”, quando si “scioglie la paura” e le buone vibrazioni dissolvono i segreti celati dal silenzio ingannevole.
Massimo Barile