Pubblicazione realizzata con il contributo del Club degli autori in quanto opera Segnalata al Concorso Jacques Prévert 2018
Intimista e delicata, la poesia di Patrizia Berlicchi torna a disegnare – anche graficamente – lievi arabeschi di parole liquide e armoniose che sanno dire anche il dolore senza fare male, velandolo di dolce pena. Ma più ancora sanno dire la grazia e la bellezza con la rivoluzione gentile della poesia. È come se sulle cose si stendesse un velo sottile che ne smussa le asprezze, facendo invece intravedere in controluce la potenzialità: “crescono i gigli / sulla carne che mi tocchi”, più che una metafora, è una sorta di preghiera laica, un’invocazione alla forza contagiosa di una bellezza che è vita piena e pulita da rancori, sguardo lucido e commosso, ringraziamento per ogni istante che proprio nel limite trova la sua preziosa irripetibilità. La resa poetica è affidata a versi brevi, di un’eleganza classica e spontanea al tempo stesso, costruita su sonorità diffuse che percorrono le liriche come acqua corrente, o come la risacca del mare che lambisce le coste sussurrando il richiamo della “Ninna nanna in mare aperto”: “Venite insieme / tu e la notte / venite in sogno / di soppiatto / a confidarmi nuove rotte”.
Olivia Trioschi
__Presidente del premio letterario «J. Prévert» sezione poesia