INTRODUZIONE DELL’AUTORE
Scrivere un’introduzione ad un libro, specie quando il libro lo hai scritto tu, sembra una cosa facile e invece non lo è.
Non puoi fare elogi sperticati all’Autore per ovvi motivi di decenza; non puoi scriverne male perché sarebbe un autolesionismo che non troverebbe comprensione neanche fra i lettori più imbranati.
Allora, è facile o difficile?
Che ci vuole a scrivere una introduzione? È facilissimo (come scrivere un libro).
E allora dove stanno tutte queste difficoltà?
Farlo leggere, perdio! Credetemi: è faticosissimo far leggere il libro!
L’unica cosa che si può fare è invitare gentilmente chi legge queste note, a leggere l’intero libro, poi fare un disperato tentativo: una… novena! (dicono che è efficace!)
Io la “novena” sarei disposto a farla, ma so che, anche per i Santi, è difficile fare leggere un libro in un mondo dove la fanno da padroni la televisione, gli smartphone, i cellulari e i cervelli sono stati venduti alle home di Facebook, le chat di WhatsApp e le storie di Instagram…
E allora bisogna stuzzicare il lettore e ricorrere alla… pubblicità, nella speranza che qualcuno… abbocchi e legga!
Diceva Bacone (“divoratore” di libri): “Alcuni libri devono essere assaggiati, altri trangugiati e alcuni, rari, masticati e digeriti”.
Esagerato! Non voglio arrivare a questo, dai! Ci sono cibi migliori.
Basterebbe leggerli e non divorarli!
Cicerone (altro grande!) invitava a… comperarli: “Una casa senza libri è come una stanza senza finestre”.
E voi che avete le finestre, le lasciate chiuse?
Su! Apriamo le finestre ai… libri!
Vogliamo provarci?
Incominciamo col dire che leggere fa bene a tutti: bambini, giovani, adulti, anziani e vecchi (e, paradossalmente, secondo studi recentissimi, anche alle donne incinta: sarà!).
Dove si può leggere un libro?
Si può leggere ovunque: a casa; in ufficio (con le dovute cautele); sdraiati comodamente a letto; accoccolati in poltrona con vicino una buona tazza di tè (caffè, birra, alcolici, a piacere); in bagno (sì… anche in bagno!); in spiaggia sotto l’ombrellone; oppure in una pineta appoggiati ad un tronco di un albero (che romantico!); in treno; in autobus; in aereo; nelle sale d’aspetto.
Ovunque, ripeto!
Ma quant’è bello e divertente leggere un libro?
Il libro è capace di stimolare tutti nostri sensi perché, con un po’ di fantasia, ci porta lontano, in ambienti strani, in situazioni fuori dalla normalità, in condizioni di spirito diverse da quelle quotidiane (e ce n’è bisogno!).
Come si fa a scegliere un libro?
Può capitare (di rado) di averlo comperato in una libreria; o che ti sia stato prestato; o che ti sia stato regalato dall’Autore (vuoi mettere? C’è anche la dedica personale!); oppure acquistato perché piace lo stile di chi scrive; perché ha una tematica particolare o, solamente, perché, in quel momento, il libro fa trand (però dopo devi farlo sapere in giro che l’hai letto. altrimenti a cosa è valso?).
Molti scelgono in base alla copertina: anche il titolo può essere un buon stimolo per invitare all’acquisto.
La copertina, dal titolo furbo, che cattura l’attenzione del pubblico, può essere un fenomeno pubblicitario delle Case Editrici (su quel libro hanno investito molto!) e allora ci sei cascato!
In questo caso, la lettura è come il viaggio di chi non può prendere il treno!
“Bello leggere la mattina presto quando ancora tutto si deve mettere in moto.
C’è silenzio e il cielo che si chiarisce sempre più e si aprono le finestre, l’aria fresca ti accarezza mentre sfogli un’altra pagina del libro” scrive il poeta.
C’è tanto fascino liristico in tutto questo ma, siate sinceri, avete mai letto una pagina in quelle condizioni idilliache?
Mai?
Lo immaginavo!
Ci sono libri che leggi tutto d’un fiato anche se sono mattoni (forse per quello: vuoi arrivare presto alla fine); quelli che iniziamo a leggere d’impeto oggi e che finiamo (se lo finiamo!) dopo un mese e li riponiamo in un posto sicuro, dove siamo certi che… non vengono più trovati.
A proposito: dove si tengono libri?
Generalmente sulla mensola di una libreria, magari ordinati per dimensione, per autore. in ordine alfabetico o alla rinfusa.
Questo è il biglietto da visita del classico lettore intellettuale, tutto ordine e precisione.
Diventano così parte integrale del mobilio (vanno spolverati, regolarmente!).
Molti libri sono appoggiati, stancamente e svogliatamente, su un tavolo: sono il simbolo del lettore frenetico e divoratore.
Ma è la prova che è uno che… legge!
Oppure sono riposti sul comodino.
Bella è l’immagine del libro sul comodino: uno, due o più, l’uno sull’altro.
Sono lì a portata di mano, durante una notte insonne; loro sono lì a tua disposizione, sempre.
Ma possono dormire tranquilli: se sono arrivati sul comodino, nessuno li sveglia più!
Molti libri vanno a finire in cantina o nel solaio: il loro cimitero!
Nessuno li ricorda più!
Attenzione però: i libri non ti abbandonano mai.
Tu sicuramente li snobbi e, di tanto in tanto, li tradisci anche; loro, invece, non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano lì dove li hai abbandonati.
E quando si legge, allora?
Di solito quando siamo liberi dai mille impegni, cioè praticamente mai!
Allora perché si scrivono?
Bella domanda!
Chiedete il perché agli autori.
Vi risponderanno che il libro è un viaggio; l’immaginazione che vi porta per mano nel mondo dell’irreale, per farvi sognare e può riaccendere in voi sopiti desideri, eccetera… eccetera…
Balle!
Credete che l’autore speri di spodestare Dante o Manzoni? (tranquilli, vati!).
Spesso, certi libri, già dopo tre righe mostrano il… radiatore che fuma!
Purtroppo, i libri hanno tanti nemici: il fuoco, l’umidità, il tempo e il… proprio contenuto!
Ecco: è quest’ultimo che ti frega!
Ma parliamo seriamente.
Leggere è emozione, leggere è vita, leggere è sognare, leggere è riflettere, leggere è curiosità, leggere è sapere.
Quindi non smettete di leggere: leggete la pagina, giratela e continuate la lettura!
Certo, un libro deve attrarre la nostra attenzione perché deve raccontare storie senza luogo e tempo che immergono il lettore nell’avvenimento e permettano a lui di vivere in prima persona qualcosa che non fa parte del suo vissuto, sia esso un dramma privato o di sentimento collettivo.
Perché i libri devono parlare a noi e, soprattutto, devono insegnarci a parlare.
Leggere è un ottimo modo per imparare parole nuove: inserirle nel modo giusto all’interno della frase; prendere confidenza con la sintassi e con la scrittura in genere; insegna a parlare meglio; esprimersi più scorrevolmente e disinvoltamente.
Leggere non è meno creativo di scrivere: se lo scrittore (o scrittrice) è madre di un libro, il lettore è il padre!
Un libro senza lettori, è una cosa morta, inerte.
Che squallore!
I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli soli!
Se poi un libro ti fa sorridere, beh! vale più di quanto costa!
Beh! Ora anche questo libro è scritto (il 13° dovrebbe essere di buon auspicio!) e anche l’introduzione è fatta!
Invidio Alessandro Manzoni che sperava di avere, almeno, venticinque lettori!
Beato lui!
Ma non compiangetemi: il mio scopo è raggiunto ugualmente.
Scrivo per hobby, per occupare il tempo libero_ da libero pensionato.
Se qualcuno mi legge, gliene sono grato; di quelli che mi… snobbano non mi interessa: anzi li avviso che sto preparando un altro libro perché mi fa piacere scrivere!
Ma a tutti, proprio a tutti, lettori e non, voglio augurare loro tanta felicità e inviare tutta la mia simpatia per avermi impegnato a ricordare il passato che è poi la mia esistenza, la mia vita, che (credetemi), mi è cara!
Perciò auguro loro: buona lettura!